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Lavoro e Tempo Libero

Lavoro e tempo libero sono azioni umane complementari che si riferiscono alla produzione e al consumo di beni economici. Il lavoro è il processo di consumo che porta a produrre un bene economico (produzione). Il tempo libero è il processo di consumo che non produce un bene economico. Il consumo senza utilità rappresenta il processo di spreco. Secondo Murray Rothbard nel suo Man, Economy and State:

Il lavoro implica sempre la rinuncia al tempo libero, un bene desiderabile.

Murray Rothbard: Man, Economy and State

Questo sottile errore implica che sia il lavoro che il tempo libero siano beni economici. Tuttavia, solo le azioni creano o consumano i beni. Il lavoro (produzione di beni economici) e il tempo libero (produzione di beni non economici) sono azioni umane che creano e consumano beni nel tempo. Nel più puro senso del termine, la produzione implica il consumo del corpo della persona che agisce, mentre il consumo ne implica la sua produzione.

In ogni ora egli concentrerà il suo sforzo verso la produzione del bene il cui prodotto marginale è il più alto nella sua scala di valori. Se deve rinunciare ad un'ora di lavoro, egli rinuncerà ad un'unità di quel bene la cui utilità marginale è la più bassa nella sua scala di valori. In ciascun istante egli confronterà l'utilità del prodotto nella sua scala di valori con la disutilità di lavoro ulteriore. Sappiamo che per una persona l'utilità marginale dei beni prodotti dallo sforzo diminuirà all'aumentare dello sforzo speso per essi. D'altro canto, per ogni nuovo sforzo compiuto, la disutilità marginale dello sforzo continua ad aumentare. Pertanto, una persona continuerà a compiere lavoro fino a quando l'utilità marginale relativa al rendimento eccede la disutilità marginale dello sforzo dovuto al lavoro. Una persona smetterà di lavorare quando la disutilità marginale del lavoro sarà più grande dell'utilità marginale dei beni aggiuntivi prodotti dallo stesso sforzo.

Successivamente, quando lo sfruttamento del tempo libero aumenta, l'utilità marginale del tempo libero diminuirà, mentre l'utilità marginale dei beni a cui si è rinunciato aumenta, fino al punto in cui l'utilità marginale del prodotto a cui si è rinunciato diventa maggiore dell'utilità marginale del tempo libero, e l'attore tornerà di nuovo a lavorare.

Questa analisi delle leggi relative al lavoro sono state dedotte dalle implicazioni dell'assioma dell'azione e dell'assunzione relativa al tempo libero come un bene di consumo.

Non risulta né corretto né necessario assumere che il tempo libero sia un bene (economico), e facendo questo arrivare all'implicazione che il lavoro sia un "non-bene". Allo stesso modo non è necessario costruire l'artificio dell'utilità negativa ("disutilità"). Il valore è semplicemente una preferenza di una maggiore utilità rispetto ad una più bassa. Sia il lavoro che il tempo libero producono beni di utilità (positiva).

È la preferenza temporale ad implicare che l'utilità del tempo libero sia maggiore dell'utilità del lavoro. Considerando in maniera appropriata il corpo di una persona come una proprietà, "la preferenza del tempo libero" segue direttamente dalla preferenza temporale. Come implica la citazione riportata sopra, questo è il risultato di uno scambio del tempo passato senza il proprio corpo (tempo speso nel lavoro), al fine di ottenere l'interesse atto a compensare il valore che un individuo attribuisce al tempo speso con il proprio corpo (tempo libero).

Tempo, spazio e beni economici sono fattori di ogni produzione, mentre il lavoro rappresenta il processo della produzione. Lavoro/tempo libero e produzione sono nomi distinti che indicano la medesima azione umana. L'atto di produrre è lavoro o tempo libero; l'atto di lavorare o usufruire del tempo libero è produzione. La Banca Pura fornisce il modello di ogni produzione. Questo ciclo risulta evidente nel caso del lavoro autonomo che è proprio l'esempio della produzione. Nel caso delle persone stipendiate ci sono due produttori, l'impiegato e il datore di lavoro.

Un puro impiegato stipendiato ottiene capitale preso a prestito e così lo scambia per cibo, educazione e attrezzatura richiesta per un lavoro. Una parte del suo capitale è accumulata e il rimanente è dato in prestito al datore di lavoro. Il datore di lavoro paga all'impiegato un interesse (lo stipendio) per la durata di questo prestito. L'impiegato riscatta il suo "principale" deprezzato e lo stipendio alla fine del lavoro.

Il livello salariale compensa sia la preferenza temporale per il quantitativo (di tempo) dato in prestito (il tasso di interesse nominale) sia la svalutazione del "principale" per tutta la durata del prestito. Il quantitativo di principale e l'interesse, diminuiti della svalutazione della frazione riservata, è restituita al creditore dell'impiegato. Nel caso in cui l'investimento sia stato preso a prestito dal suo stesso capitale accumulato, l'impiegato è creditore di sé stesso. Il ritorno viene poi accumulato o reinvestito in lavoro futuro (o in altra forma).

Nella realtà, un datore di lavoro e un impiegato ottengono ciascuno un tasso di interesse di mercato. Il tasso di interesse dell'impiegato è il suo livello salariale. Il tasso di interesse del datore di lavoro è il prezzo ottenuto per il lavoro prodotto per la durata della produzione. La spesa di produzione del datore di lavoro rappresenta il consumo del suo capitale preso a prestito, riservato fino a quel momento, allo stesso modo del suo impiegato. La quantità per la quale l'interesse eccede la svalutazione è l'incremento di ricchezza di entrambe le parti.

Il tasso di interesse ottenuto da ambo le parti è lo stesso. La differenza nei ritorni (dell'investimento) dipende strettamente dal capitale investito, sia nella produzione individuale (per l'impiegato), che nella gestione collettiva della produzione (per il datore di lavoro). La massima valutazione del tempo libero di una persona può essere inferita dallo stipendio che accetta, scontando opportunamente il principale al tasso di interesse di mercato.

stipendio = valutazione-tempo-libero * (1 + tasso-di-interesse + tasso-svalutazione-corpo)

L'impiegato scambia il tempo libero con il tempo speso nel lavoro nella misura in cui egli valuta la quantità di interesse più del valore che attribuisce al tempo libero. La preferenza per il tempo libero è una riformulazione della preferenza temporale, dove il corpo di ciascuno è il bene economico che viene dato in prestito alla produzione in cambio di un interesse.

La ricchezza in denaro è generalmente più bassa in giovane età e implica una preferenza temporale più alta per la moneta. Con il passare del tempo la ricchezza viene accumulata e la preferenza temporale si abbassa. Ma è anche vero l'opposto per la preferenza per il tempo libero. Il denaro e il proprio corpo non sono lo stesso tipo di proprietà e non sono in generale scambiabili. In giovane età un individuo ha la più bassa preferenza temporale per il tempo libero. Poiché il corpo di una persona si svaluta con l'età, il suo equivalente si riduce nonostante la ricchezza in denaro, incrementando la preferenza per il tempo libero. Questo può portare a richiedere un tasso di interesse più elevato di quello del mercato, che porta infine ad optare per il pensionamento. La preferenza temporale per il denaro e per il tempo libero si influenzano vicendevolmente in quanto tendono a muoversi in direzioni opposte. Nella misura in cui l'obiettivo del lavoro è quello di incrementare la ricchezza, una minore ricchezza abbassa la preferenza temporale del tempo libero mentre una maggiore ricchezza la aumenta. Questa circostanza, allo stesso modo, può portare ad optare per il pensionamento.


Titolo originale: Labor and Leisure

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