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Una più completa trattazione è disponibile nella sezione Contemporary Carte de Visite del mio sito.
Sullo stesso sito si può trovare un esempio di progetto di carte de visite contemporanee presentato al Premio Gianluigi Parpani "Il Mondo in Tasca" per carte de visite contemporanea 2021.
Nel 1854 il fotografo parigino André Adolphe Eugène Disderi, proprietario dal 1848 di uno studio in Boulevard des Italiens, trovò il metodo per ottenere otto diversi negativi su una sola lastra, probabilmente ispirandosi alle fotografie stereoscopiche, scattate con fotocamere a due obiettivi e già in uso dal 1850.
La fotocamera ideata e brevettata da Disdéri incorporava quattro obiettivi
e un telaio porta lastra a scorrimento, che permetteva il posizionamento
del negativo per poterlo impressionare più volte.
Dieci erano gli scatti previsti e descritti nel brevetto del 1854,
otto, in realtà, quelli pervenuti integri sui fogli non tagliati.
In questo modo si potevano impressionare, sviluppare e stampare contemporaneamente molte immagini di dimensioni ridotte e abbattere i costi di produzione di ogni singola fotografia.
Venne così ideata una sorta di produzione seriale di immagini
che portò notevoli cambiamenti nel mondo della fotografia.
Le dimensioni di una carte de visite si aggiravano attorno ai 54 mm
(2.125 in.=inch=pollice) di base e 89 mm (3.5 in.) di altezza per le
immagini verticali, viceversa per quelle orizzontali.
L’immagine veniva stampata su carta sottile e compatta,
solitamente all’albumina. E’ possibile trovare esemplari antichi stampati
su carta salata, ma sono molto rari e preziosi.
Più recente era l’uso con procedimenti al collodio, aristotipia o di
altro tipo.
Queste stampe venivano poi montate, quasi sempre a caldo,
su un supporto cartaceo rigido.
Le dimensioni del cartoncino erano di circa 64 mm (2.5 in.) per 100 mm (4 in.)
La differenza tra la carta stampata e il supporto sul quale veniva incollata
creava una sorta di passepartout dove era possibile inserire l’impronta
del timbro, ad inchiostro o a secco, dello studio fotografico, il luogo
della ripresa, il titolo dell’immagine o altre indicazioni.
Anche il verso del cartoncino veniva utilizzato per indicare queste notizie,
a stampa o manoscritte.
Di solito sul verso venivano indicate anche le medaglie e i premi vinti.
Le carte de visite hanno un successo enorme che coinvolge potenti
e persone comuni: così, soggetti di estrazione sociale anche modesta,
si fanno immortalare circondati da un'apparente ricchezza grazie
agli arredi e alle suppellettili presenti negli studi di Disderi.
Nel giro di poco si afferma la moda di collezionare le carte de visite
dei personaggi della politica, della cultura, dell’attualità:
negli ambienti vittoriani il ritratto della regina madre apre gli album
dedicati alle celebrità, album con finiture più o meno preziose,
ma tutti ugualmente concepiti per ospitare in serie il magico formato.
Insomma, il Facebook del XIX secolo.
Inizialmente la Carte de Visite fu uno strumento di riconoscimento ed autocelebrazione della borghesia in ascesa, ma presto si rivelò una conveniente risorsa culturale per conoscere luoghi ed opere d’arte lontane.
La CdV racconta e testimonia un intero periodo storico che va dal Risorgimento
alla Prima Guerra Mondiale, documentando costumi, valori ed atteggiamenti.
Il suo insostituibile valore come elemento di studio e ricerca storica e
sociale, anche grazie all’aspetto di semplice figurina che la caratterizza,
ne ha fatto nel tempo oggetto di collezionismo.
Moltissimi sono i piccoli ed i grandi collezionisti che hanno raccolto con
passione queste minuscole finestre fotografiche aperte nel tempo e nello spazio.
Senza il loro contributo la conoscenza storica e sociale della fondamentale
epoca che ha segnato l’unificazione nazionale italiana sarebbe lacunosa.
youmanist - Storia della fotografia: i ritratti tascabili delle carte de visite
L’idea di un biglietto da visita fotografico, su supporto fisico permanente, resta ancora oggi rivoluzionaria, nell’attuale epoca di immagini ed informazioni fluide.
L’ambizione di chi si occupa di "carte de visite contemporanee" è quella di riproporne l’attualità nella sua funzione di comunicazione e testimonianza sociale, nel suo ruolo di minuscolo strumento di espressione artistica: tascabile, pratico, economico; concreto e persistente segno di presenza in un’epoca di figure effimere.
Il Primo concorso mondiale per Carte de Visite Contemporanea, Premio Gianluigi Parpani “Il Mondo in Tasca”, Lodi, 2019 ha rivelato che esiste ancora ampio spazio di innovazione e meraviglia nella fotografia del futuro che sa reinventare il passato.
Ne abbiamo trovato conferma nella reinterpretazione degli antichi processi,
dall’oleotipia, alla gomma bicromata, al sale, alla cianotipia...
Gli artisti contemporanei che oggi reinterpretano creativamente la Carte de Visite
raccolgono la sfida di uno spazio minuscolo per creare qualcosa di grande
ed innovativo.
Allo stesso modo, le opere presentate per il concorso “Il Mondo in Tasca”, Lodi 2020, lasciano ancora una volta sbalorditi per la finezza, l’impeto e la ricchezza di giochi, rimandi, allusioni che solo una precisa lettura attenta al minimo dettaglio può rivelare.
L’istantanea percezione visiva globale, quella che brucia la visione delle immagini su display in un solo attimo, non arriva che a sfiorare la profondità di espressione che le migliori opere fotografiche in formato Carte de Visite possono dare.
Gruppo Facebook "Contemporary Carte de Visite"
Catalogo "Il mondo in tasca 2020"
Dopo aver assistito alle interviste in diretta streaming sul gruppo Facebook "Contemporary Carte de Visite" e sfogliato il catalogo del concorso "Il mondo in tasca 2020" ho voluto tentare anch'io di creare delle carte de visite fotografiche.
Ho pensato di dare un corpo fisico a delle immagini che avevo utilizzato come storie per Instagram e Facebook per pubblicizzare la mostra "il fotografo quantistico".
Le "storie" sono immagini digitale dalla vita brevissima, dopo 24 ore dalla pubblicazione scompaiono.
Stampandole su un supporto fisico gli si dona una lunghissima durata e si mettono al
riparo dalla obsolescenza tecnologica: i file digitali per essere vionati devono essere
elaborati da apparecchiature che nel tempo diventano irreperibili; chi ha i mezzi per leggere
un floppy disk di 20 anni fa?
Manualmente scalo le immagini e le combino in "collage" stampabili su formati standard da un service online. Lavoro lungo e noioso.
In capo a pochi giorni ricevo i cartoncini con le stampe da ritagliare ed incollare.
E proprio dal ritaglio emergono i primi problemi: alcune immagini, tra cui tutti i dorsi,
hanno un fondo bianco e non ho riferimenti per i tagli.
Quello che mi è mancato è un processo di tipo "industriale" che trasformi le immagini digitali
in semilavorati (le stampe del service) facilmente trasformabili nel prodotto finito.
Una quindicina di anni fa avevo lo stesso tipo di problema con la creazione dei menu
per i DVD video: lo risolsi utilizzando ImageMagick, un vero
e proprio "coltellino svizzero" per la manipolazione delle immagini, che si usa
rigorosamente da linea di comando.
Descrissi il procedimento messo a punto su una importante rivista di programmazione ed in un tutorial sul mio sito.
In questo repository sono presenti i sorgenti dei tools per la creazione delle carte de viste e relativi accessori; a differenza dei tools per DVD video questi sono scritti in C# 10 utilizzando la libreria Magick.NET che incorpora già ImageMagick e quindi non necessita di una installazione separata.
I programmi compilati possono funzionare su Windows 10, Mac OSX e Linux, anche su processori ARM a 64 bit e dunque non si possono eseguire su computer in formato "carte de visite" come il Raspberry Pi.
Sul mio sito sono disponibili i manuali utente ed una più esaustiva documentazione del codice sorgente.
E' in distribuzione su Nuget un pacchetto con il template per creare nuovi tools, mentre sul mio sito è disponibile un dettagliato tutorial sul suo utilizzo
Roberto Ceccarelli - Creare DVD video da codice